La legge dello Stato non è più la fonte esclusiva del diritto penale: i limiti territoriali di validità vengono progressivamente superati per tre vie: internazionale, transnazionale e sovranazionale.  La prima tipologia ha per oggetto i reati juris gentium; la seconda trae origine dalle convenzioni tra gli Stati, dirette a reprimere la criminalità transnazionale; la terza ha vigore nell’ordinamento europeo, le cui norme sono sovraordinate a quelle di diritto interno.  In questo quadro, sorgono nuove forme di tutela dei diritti soggettivi, le quali talvolta hanno l’effetto di limitare la potestà punitiva dello Sato, talvolta creano obblighi di incriminazione delle condotte lesive. La doppia tutela (nazionale ed europea) crea non pochi problemi di coordinamento e compatibilità; sotto questo profilo è emblematica la vicenda Taricco, della quale si ripercorrono le tappe salienti e da cui si traggono indicazioni per un più proficuo dialogo tra le Corti.  In questa logica, devono leggersi i quattro rinvii pregiudiziali alla CGUE adottati dalla Corte costituzionale italiana, esaminati in questa sede.  L’Autore ravvisa un possibile criterio di opportunità, basato sulla natura (prevalentemente nazionale o extranazionale) dell’interesse coinvolto.
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National law is no longer the sole source of criminal law: the territorial limits of validity are being progressively removed by way of a three-pronged pathway, at the international, transnational and supranational levels. The first prong addresses juris gentium crimes, the second originates from conventions between states, aimed at repressing transnational crime, while the third is applied within the European Union, with higher-ranking legal norms. New forms of protection of subjective rights may therefore arise within this framework, which at times have the effect of limiting the punitive power of the state, and, at others, of creating the obligation to pursue persons who engage in criminal conduct. This dual – national and European – protection, however, can create a number of problems regarding coordination and compatibility, and the so-called Taricco case is emblematic of this state of affairs. The four references for a preliminary ruling to the CJEU by the Italian Constitutional Court examined herein should be viewed against this backdrop. The article, in fact, examines the key stages of the case, from which indications for a more efficacious dialogue between the Courts may be drawn, and identifies a possible criterion of expediency based on the predominantly national or supranational nature of the interest involved.

Alì Abukar Hayo
Ordinario di Diritto penale nell’Università degli Studi di Roma “Unicusano”

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Rivista quadrimestrale di scienze penalistiche
ISSN 2974-7503

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