La giurisprudenza della Corte di cassazione ha fatto registrare, negli ultimi anni, la comparsa di un serrato contrasto sulla utilizzabilità nei procedimenti penali italiani del materiale probatorio acquisito all’estero mediante la captazione e la decrittazione dei flussi comunicativi scambiati dagli utenti attraverso l’impiego dei c.d. criptofonini. L’Autore, a commento del duplice e coevo intervento reso di recente dalle Sezioni Unite, si sofferma sui principali profili problematici che innervano la tematica, mettendo in luce le tensioni che talune soluzioni offerte dal plenum generano con i principi del giusto processo.
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In recent years, the jurisprudence of the Court of Cassation has led to the emergence of a sharp contrast on the usability in Italian criminal proceedings of evidentiary material acquired abroad through the capture and decryption of communication flows exchanged by users through the use of so-called cryptophones. The Author, commenting on the double and contemporary intervention recently made by the United Sections, dwells on the main problematic profiles that innervate the issue, highlighting the tensions that some solutions offered by the plenum generate with the principles of due process.
Luigi Ludovici
Associato di Diritto processuale penale nell’Università degli Studi “Guglielmo Marconi”
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*Il contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.