Traendo spunto dalla sentenza della Corte di cassazione n. 16659/2024, l’Autore affronta tematiche di grande interesse, le quali mantengono la loro perdurante attualità, nonostante sia stata abrogata la norma di cui all’art. 323 c.p.  In primo luogo, ridimensiona la temuta prospettiva del vuoto di tutela incombente, sia per la funzione di extrema ratio della sanzione penale, sia per l’introduzione (in virtù dell’art. 314 bis c.p.) del nuovo reato di indebita destinazione di denaro o altra cosa mobile, sia per la prevedibile “espansione” applicativa delle altre fattispecie dei delitti del pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio. In secondo luogo, affronta la questione della successione mediata di norma penale, per effetto di modifiche della legislazione extrapenale. Il criterio c.d. strutturale, che distingue le modifiche integratici della fattispecie penale, da quelle non integratrici, sembra il più convincente.  L’Autore ritiene che l’elemento decisivo sia l’incidenza sulla ratio incriminatrice, in relazione alla quale non differisce il novum penale, in senso stretto, da quello extrapenale.  Infine si sofferma sulla questione se l’assistenza e la consulenza legale debbano essere inquadrate nell’oggetto dell’appalto di servizi, opinando preferibile l’esclusione.
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The author addresses several issues of great interest relating to decision no. 16659/2024 of the Italian Supreme Court, which are still relevant despite the Italian Parliament having repealed the provision of article 323 of the Criminal Code. Firstly, he plays down the feared prospect of an impending void in protection, both due to the function of the criminal sanction as an extrema ratio, and because of the introduction (under article 314 bis of the Criminal Code) of the new offence of “misappropriation of funds or other movable property”, and to the foreseeable “extension” of applicability of the other offences capable of being committed by public officials or persons in charge of a public service. Secondly, he addresses the issue of the mediated succession of criminal law because of changes in extrajudicial legislation. The so-called “structural criterion”, which distinguishes between integrative and non-integrative changes in criminal law, seems to be the most convincing. The author, in fact, argues that the decisive element is the effect on the rationale of the criminal law provision, whereby the criminal law innovation, strictly speaking, differs not from the extrajudicial innovation.  Finally, he addresses the question of whether legal assistance and advice should be included in the scope of the service contract, concluding that its exclusion would be preferable.

Alì Abukar Hayo
Ordinario di Diritto penale nell’Università degli Studi di Roma “Unicusano” 

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*Il contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.

Rivista quadrimestrale di scienze penalistiche
ISSN 2974-7503

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