Il contributo riflette su alcune caratteristiche e su certi vizi dell’attività di giudicare. Dopo aver rilevato determinati tratti (fisiologici e patologici) del modo antropico di decidere, lo scritto ribadisce la necessità di continuare a puntare sul giudizio dell’uomo sull’uomo. Nonostante le complessità, le volubilità e le insufficienze che caratterizzano il decisum umano, è in fin dei conti proprio la sua umanità a non rendere estranea a chi ne è destinatario l’amministrazione della giustizia al caso concreto.
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The paper reflects on certain characteristics and vices of the activity of judging. After noting some traits (physiological and pathological) of the anthropic mode of decision making, the Author reiterates the need to continue to focus on “man’s judgment on man”. Despite the complexities, ficklenesses and inadequacies that characterize the human decisum, it is – after all – precisely its humanity that does not render the administration of justice alien to its recipient.

Marco Cecchi
Ricercatore a tempo determinato di Diritto processuale penale presso l’Università eCampus
Professore a contratto di Diritto processuale penale presso l’Università degli Studi di Firenze

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*Il contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.

Rivista quadrimestrale di scienze penalistiche
ISSN 2974-7503

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