Lo svolgimento del concorso in magistratura 2023 è stato accompagnato da forti polemiche, che hanno trovato vasta eco sui media, per la presenza di un “presunto” errore in una delle tracce non estratte di diritto penale. Il testo della traccia d’esame faceva riferimento esplicito al concetto di “abolitio sine abrogazione” anziché a quello corretto e usuale di “abrogatio sine abolitione”. L’occasione permette nondimeno di approfondire – attraverso l’analisi sia del fenomeno che della casistica – una nozione che oggi appare centrale, per la sua importanza anche pratica, nel capitolo riguardante la successione di leggi penali nel tempo.
The 2023 judiciary competition led to strong controversy, which was widely echoed in the media, due to the presence of an “alleged” error in one of the un-drawn criminal law tracks. The text of the exam track explicitly referred to the concept of “abolitio sine abrogazione” instead of the correct and usual concept of “abrogatio sine abolitione.” The occasion nonetheless allows for an in-depth study – through the analysis of both the phenomenon and the casuistry – of a notion that today appears to be central, in terms of its importance, also practical, in the subject concerning the succession of criminal laws over time.
Marco Gambardella
Associato di Diritto penale nell’Università La Sapienza di Roma
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*Il contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.