Nell’attuale contesto socioculturale i giovani sono sottoposti a una molteplicità di stimoli riferiti al corpo che, uniti all’aumento spropositato degli strumenti tecnologici, hanno modificato il loro modo di costruire e vivere le relazioni sociali e sessuali. Nel presente lavoro, l’Autrice si occupa della pratica del sexting tra minori, ossia lo scambio consensuale di materiali pornografici autoprodotti, un fenomeno oggi molto diffuso, ma dai contorni di liceità ancora incerti. Si discuterà in particolare in merito alla necessità di contemperare due opposte esigenze, cioè quella della protezione dei minori e quella del rispetto della loro libertà sessuale e del diritto di autodeterminazione, guardando anche agli obblighi assunti in sede internazionale. Il sistema giuridico internazionale, come anche quello europeo, riconosce infatti diritti importanti ai minorenni nell’ambiente digitale, garantendo loro una crescente autonomia in funzione delle loro capacità di evoluzione. Tuttavia, l’attuazione di tale approccio nel sistema penale italiano è stata finora piuttosto difficile e la linea di demarcazione tra uno scambio libero e una strumentalizzazione del minore non appare ancora definita in maniera netta e chiara.
In the current socio-cultural context, young people are subjected to many body-related inputs which, together with the increasing use of technological tools, changed the way they approach and experience sexual relationships. In this paper, the author deals with the practice of sexting between minors, i.e. the consensual exchange of self-generated child sexual abuse material, a phenomenon that is widespread today, but with a still uncertain legal status. In particular, the paper will focus on the need to balance two opposing concerns, protection of minors and respect for their sexual freedom and right of self-determination, also looking at international obligations. The international legal system, as well as the European one, recognizes significant rights for minors in the digital environment, and guarantees them an increasing autonomy in line with their evolving capacities. However, the implementation of this approach in the Italian penal system has been rather difficult so far, and the line between a free exchange and child’s instrumentalization does not appear clearly defined yet.
Ylenia Parziale
Docente a contratto di Principi di Diritto penale e Giustizia minorile nell’Università degli Studi di Roma “Unicusano”
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*Il contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.